| Fagus è un genere di piante angiosperme dicotiledoni appartenente alla famiglia delle Fagaceae che comprende specie arboree e arbustive originarie dell'Europa, America, Giappone e Cina, con altezza dai 15-20 m fino ai 30-35 m. Il nome latino del genere potrebbe derivare dal greco faghein (= mangiare) per i frutti eduli di cui i maiali sono ghiotti. In Italia il genere è rappresentato dall'unica specie Fagus sylvatica L. diffusa sulle Alpi e sugli Appennini, dove forma boschi puri (faggete) o misti (di solito con Abies alba Mill. o Picea abies Karst.), nelle stazioni oltre i 1000 m sulle Alpi e oltre i 900 m s.l.m. sugli Appennini. Localmente, quando le condizioni climatiche lo consentono, il faggio lo si può trovare molto più in basso: sul Gargano, nei pressi della Foresta Umbra, e precisamente nel comune di Ischitella sono presenti faggete depresse a 300 metri s.l.m. Una delle faggete più lussureggianti e celebri e quella di Monte Cimino nel comune di Soriano nel Cimino (VT).
Usi. - Per decorare parchi e giardini - In silvicoltura per la forestazione di montagne a clima fresco e nebbioso, con frequenti precipitazioni estive - Il legno di faggio, omogeneo e pesante, privo di elasticità ma resistente, inizialmente di colore bianco o, col tempo, rossastro, è ottimo per lavori di tornitura e mobileria, un tempo utilizzato per le traversine ferroviarie e come ottimo combustibile; inoltre la sua resistenza a scheggiarsi lo rendeva il materiale ideale per fabbricare i calci dei fucili. - I frutti privati del pericarpo velenoso, si consumano arrostiti come succedanei di castagne, nocciole o mandorle, tostati sono un surrogato del caffè - L'olio estratto dai semi, di colore pallido e sapore dolciastro viene utilizzato come condimento e un tempo come combustibile - Le foglie vengono usate come foraggio per il bestiame, nelle zone con scarsi pascoli
Ogni volta che vado in campagna vicino a Bologna da mia zia mi avventuro sempre nei poschetti e nei campi circostanti e spesso vado vicino ad un faggio assolutamente meraviglioso e mi fermo sempre ad osservarlo: il suo tronco e la sua enorme chioma che si snoda e diventa sempre più grande, circondando la pianta come la criniera di un leone. Ho in mente di farne un disegno, questa primavera.
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