Adriano Meis.

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°GiuliGiuls°
view post Posted on 9/5/2011, 13:03




Come compito di scuola, devo fare un tema narrando i fatti di un tratto del romanzo Il fu Mattia Pascal (di Pirandello) dal punto di vista di un'altro personaggio, in questo caso Adriana, la ragazza che si innamora di Adriano Meis. L'ho scritto di getto in 20 minuti...ecco, questo è il mio brano:

Adriano Meis. Questo era il nome di colui che mi ha reso la donna più felice dell’universo. Tutto ora,per me, ruota attorno a lui. Io e quest’uomo ormai, siamo uniti da un legame solido, il vero amore. Sono sempre stata una persona estremamente timida e introversa, impacciata nel rapportarmi con la gente, e lo sono tutt’ora. Ma…con lui è tutto diverso: so che posso fidarmi ciecamente delle sue parole, sento di potermi lasciare andare senza un freno ed essere me stessa..anche se purtroppo a volte prevale ancora il mio lato più schivo. Il nostro reciproco sentimento era stato confermato da un bacio, un bacio emozionante che mi fece sussultare prima di lasciarmi travolgere dalle emozioni. Adriano è un uomo sorprendentemente affascinante e garbato, con uno sguardo tenero ma a volte un po’ sfuggente, quasi come se la sua mente fosse sovraffollata da intensi pensieri e preoccupazioni.
Ma il suo sguardo pensieroso e cupo lo rendeva, ai miei occhi, ancora più affascinante. Certo, comprendevo che il suo animo non era tranquillo, ma ho sempre preferito non chiedere nessuna spiegazione a questo, per evitare di rompere quell’irresistibile inquietudine della sua espressione, che io amo.
La voglia di vederlo era smisurata, e per questo decisi di recarmi nella sua abitazione. Con due secchi colpi sulla porta, entrai timidamente. Eccolo lì, davanti alla poltrona, con il suo fascino ammaliante, i suoi occhi misteriosi che mi fissavano attenti. Arrossii nel vederlo così incredibilmente perfetto. Tutto in lui era indiscutibilmente impeccabile.
Gli porsi tremolando una lettera, probabilmente la nota del dottor Ambrosini. –subito- rispose lui, con la sua voce armoniosa, e immediatamente tese il braccio e mi accarezzò col palmo della sua mano. Il mio volto era in fiamme, ero intimorita e la testa mi cominciò a girare vorticosamente.
Poi avvicino la mia testa al suo petto, sempre accarezzandomi. –povera adriana- mi disse. Con una voce un poco stridula dall’emozione tentai di chiedere il perché. Lui tentennando, mi disse poi con tono incerto -perché so tante cose, per cui lei non può esser contenta.-
Così dicendo, mi sciolse dal suo caldo abbraccio provocandomi un senso di dolore e smarrimento. Adriano tendeva ancora a essere formale nei miei confronti, e con le sue parole mi confuse le idee completamente, tanto che balbettando ritentai di chiedere spiegazioni per cercare di capire cosa intendesse con quella frase. Mi fece quindi segno di andargli vicino. Mi apparse ancora più turbato del solito, e nonostante il suo atteggiamento irrequieto lo rendesse ai miei occhi irresistibile, questa volta mi parse quasi eccessivo. Chissà quali pensieri riempivano la sua testa.
Con un mesto sorriso gli domandai se per me ciò che lui mi teneva nascosto potesse essere causa di dolore. Lui mi fissò esitante, e sviando improvvisamente il discorso esclamò –oh, paghiamo il dottor Ambrosini!- Erano seicento lire. Il suo occhio stava guarendo, e sul suo viso era cresciuta un’ispida barba che lo rendeva più bello di quanto non lo fosse già.
Adriano aprì l’armadietto incassato nel muro dentro il quale teneva il suo denaro…quando notò che questo era già stato aperto. Sorpreso e visibilmente preoccupato, prese i pochi soldi e cominciò a contarli. Avevano rubato dodici mila lire! L’ansia era palpabile e cercando di mostrarmi più calma possibile, cominciai a trovare una spiegazione plausibile all’accaduto. stavo per svenire, e mi sorressi solo grazie ad un tavolino, dopo di che urlai a gran voce:- chiamo il babbo!!- e mi diressi subito verso la porta. Ma adriano mi fermo e cercò di tranquillizzarmi. Ero sconvolta da questo furto, e rimasi inebetita davanti alla cassaforte vuota, finchè il mio amato non disse- potevo mai supporre?- . a quelle parole caddi nella disperazione più totale, ero sbigottita e mi coprii il volto con le mani. Chi poteva essere stato? Chi era quello scellerato?
Guardai il viso di adriano. Era troppo, troppo angosciato e preoccupato. E vederlo in quelle condizioni mi fece star male, come non lo ero mai stata prima d’allora.


Che ve ne pare?
 
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*_Butterfly_*
view post Posted on 10/5/2011, 17:37




stupendo, niente da dire ma la fine non mi è molto chiara... chi ha rubato quei soldi? la cassaforte era di Adriano? se sì perchè è lui che cerca di tranquillizzarla?
 
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MobyWood
view post Posted on 16/5/2011, 13:39




ma ha appena detto che è un TRATTO di un romanzo..è ovvio che non finisca lì eh...;) comuqnue magnific!
 
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2 replies since 9/5/2011, 13:03   237 views
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